Cento per 100
Esistono nel mondo le cosiddette “zone blu”, luoghi dove le aspettative di vita sono più alte rispetto alla media mondiale. Dalla famosa isola di Okinawa (Giappone), ai paesini montani nel territorio dell’Ogliastra, in Sardegna, fino alla penisola di Nicoya, in Costa Rica, o all'isola dell’Icaria, in Grecia. Uno studio sulle popolazioni più longeve al mondo ha sintetizzato in quattro punti il “segreto” dei centenari:
Un'alimentazione sana, ricca di cereali integrali, verdure, Omega 3 provenienti da pesce, alghe e frutta secca, con l’utilizzo di cibo raffinato e trattato industrialmente il meno possibile.
L'uso quotidiano di spezie in cucina, tra cui curcuma, peperoncino, aglio e cipolla.
L'esercizio fisico quotidiano, sia per lavoro che come attività sportiva.
Il benessere spirituale.
In CBA negli ultimi anni, abbiamo avuto la fortuna di tagliare il traguardo del centenario assieme a clienti prestigiosi e iconici come Colmar, Tigre e Caputo. Questi brand hanno saputo sopravvivere e adattarsi a un mondo complesso e in continua evoluzione, diventando un po' la nostra "blue zone". Anche loro, come gli abitanti di Okinawa e i pastori sardi, hanno saputo sfruttare i loro segreti di longevità.
Così abbiamo deciso di lanciare un sondaggio aperto, nella nostra agenzia: “Quali sono, per voi, i tre segreti per arrivare a cent'anni e oltre?”. Abbiamo raccolto e mixato quanto ricevuto dai nostri colleghi, sia i consigli sulla persona sia quelli relativi alle organizzazioni. Perché sappiamo bene quanto forte sia la connessione tra il brand e il lato umano delle aziende.
Qui sotto trovate la lista (rigorosamente non in ordine di importanza) con i “segreti” di CBA Italy per arrivare a 100 anni e oltre.
Preferisco ascoltare attentamente e parlare solo quando ho qualcosa di importante da aggiungere.
Sono consapevole che oggi le parole siano ancora più preziose, per questo amo lo storytelling.
Parlo con chi mi sento meno affine: ogni volta è una sorpresa.
Faccio sempre un gioco: mi immagino di essere nei panni di chi incontro per avere una prospettiva diversa.
Circondarmi delle persone giuste aumenta la mia creatività.
No ai “ma”, sì agli “e”: do valore alle idee di chi mi sta intorno.
Mi faccio ispirare dai modelli che in qualche modo mi hanno cambiato la vita.
Leggo storie che mi possano ispirare, come per me è stato il libro “Open” di Andre Agassi.
Non mi faccio influenzare troppo dai giudizi esterni, ho fiducia in me stesso.
Investo nel costruire una community in cui più persone possibili si possano riconoscere: è più potente di ogni investimento di marketing.
“Steal like an artist”: mi lascio ispirare da tutto ciò che mi circonda e lo reinterpreto.
Credo nella gentilezza, offro il mio aiuto senza aspettarmi nulla in cambio.
Rafforzo i miei punti deboli, amplifico i miei punti di forza.
Anche nel lavoro prediligo le conversazioni informali, per favorire uno scambio più diretto e spontaneo.
Le buone idee mi vengono quando sono in movimento, la staticità non porta cambiamento.
Faccio una to-do list quotidiana per raggiungere gli obiettivi, anche a lungo termine.
Mi cimento in qualcosa che non so fare senza paura di sbagliare.
Do più valore alle emozioni e alle relazioni che al denaro.
Creo rituali quotidiani che mi danno la giusta carica per affrontare la giornata.
Festeggio e mi godo i successi con una birra insieme alle persone che hanno contribuito a raggiungerli.
Investo costantemente nella mia formazione e in quella dei miei collaboratori.
Prima di dormire faccio digital detox, dedicando del tempo alla meditazione.
Dedico del tempo al gioco.
Rido, rido, rido, credo nell'autoironia.
Esco dal mio “personaggio” per trovare ispirazione: mi concedo ragionevoli follie.
Imparo l’hygge dai danesi, mi cimento nel kitsugi giapponese, mi apro a culture e idee lontane dalla mia.
“Complicare è facile, semplificare è difficile”, cerco di trovare sempre il modo più efficace per fare le cose.
“Dal cucchiaio alla città”, affronto progetti con scale diverse con lo stesso impegno e metodologia.
Uso sempre la stessa penna, è come avere un fedele alleato al proprio fianco.
Associo i momenti memorabili a una canzone, mi aiuta a ricordarli più facilmente.
Mi circondo di persone che hanno competenze e abilità complementari alle mie.
Lascio andare il controllo e mi fido del processo.
Dedico del tempo al lavoro manuale per liberare la mente: per me è fare giardinaggio.
Mi piace lasciare qualcosa di me alle persone che incontro, lo scambio reciproco è tutto!
Conservo con cura le cose a cui tengo, per avere sempre una memoria tangibile.
Faccio le mie scelte pensando all’impatto che avranno sulle prossime generazioni.
Creo un mio immaginario e un modo unico in cui raccontarmi.
Creo una cultura aziendale originale, non di facciata, ma basata su valori condivisi.
Mi faccio guidare dal mio purpose per mettere in atto azioni concrete.
Porto con me gli insegnamenti del passato, ma il mio sguardo è rivolto alle opportunità del futuro.
Per capire chi sono guardo i clienti che attraggo: spesso le loro caratteristiche appartengono anche a me.
Non posso controllare ogni singolo messaggio che il mio brand comunica all’esterno, ma sono consapevole di cosa vogliamo dire e di come vogliamo dirlo.
Curo in modo particolare quello che voglio che gli altri apprezzino/vedano di me.
Non ho paura di circondarmi di persone più brave di me.
Ogni brand ha dentro qualcosa di unico. Quando riesco a metterlo in luce, sono soddisfatto.
Do il mio personale significato al termine ‘successo’.
Ai colloqui non chiedo mai “Cosa farai in 5 anni?” ma piuttosto “Come puoi impattare oggi?”
Resto fedele ai miei principi in tutto quello che faccio.
L’AI ha sempre la parola intelligenza al suo interno. Mi piace pensarlo come uno strumento, non come un fine (questa l'ho scritta senza AI).
Punto all'originalità, non alla diversità fine a se stessa.
Non procrastino: se non ora, quando? Se non io, chi altro?
Mi chiedo se mi rende felice quello che sto facendo, se non lo è sono pronto a cambiare.
Vado avanti con il mio ritmo, camminando sempre a passo corto e lento ma costante. Come dicono sull'Himalaya, Kalipè Kalipè.
Non mi vergogno di aver paura, trovo il coraggio di esprimermi.
Mi chiedo se le scelte che faccio rispettano i miei principi.
Faccio pensieri complessi ma li comunico in maniera semplice.
Non mi faccio travolgere dai cambiamenti culturali, ma li “surfo” con decisione.
Quando ozio nascono le idee migliori.
Ogni errore è un’opportunità di cambiamento.
Mi tengo aggiornato su quello che accade anche se non mi coinvolge.
Mi pongo domande difficili e scomode, senza pretendere di trovare risposte immediate.
Tengo nota di ogni idea, anche se sembra irrealizzabile.
Non esprimo mai un’opinione a caldo, mi prendo il tempo per maturare un giudizio.
Non dico mai "l'abbiamo sempre fatto così".
Non dico mai “l’avrei potuto fare anch’io”.
Non dico mai “fallo come dico io”.
Dico sempre “provaci”.
Togliere, togliere, togliere. Elimino il superfluo per lasciare solo l’essenziale.
Nella vita ho ascoltato mentori che mi hanno aiutato a fare chiarezza e a vedere quello che non vedevo.
Esprimo con chiarezza i miei "Sì" e i miei "No". È fondamentale avere dei perimetri.
Mi prendo le responsabilità delle mie decisioni e delle mie azioni, così da non trovare scuse esterne a me.
Nel mio linguaggio tolgo tutti i "devo" e li sostituisco con i "voglio".
Lavoro sul mio mondo interiore e questo ha il potere di trasformare la mia realtà.
Guardo la realtà per quello che è. È importante sognare rimanendo con i piedi per terra.
Quando mi espongo, non mi affido solo all'intuito, ma mi assicuro di avere solide argomentazioni.
Mi lascio guidare dal bello.
Privilegio la qualità alla quantità.
Mi confronto con i più giovani sui loro interessi e sui nuovi trend.
Cerco stimoli in newsletter, magazine e podcast creativi.
Uso la creatività per generare cambiamento.
Preferisco l'autenticità alla perfezione.
Non mi accontento della prima soluzione, mi chiedo sempre se esistono altre possibilità, perché la creatività è un lavoro di quantità.
Accolgo la noia e la rendo parte del mio processo creativo.
Mi godo un bicchiere di vino rosso a pasto (come diceva sempre mio nonno!).
Pratico yoga regolarmente per una mente calma e un corpo forte.
Mantengo un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, sempre.
Mi prendo cura della mia salute mentale.
Mi concedo il giusto riposo: fare pause e dormire bene è fondamentale.
Trascorro del tempo nella natura, è il mio modo di ricaricare le energie.
Mi sono dato una regola, non rimuginare: non ripenso alle decisioni già prese.
Promuovo la diversità e l'inclusione in ogni contesto.
Trovo uno scopo alto nella vita, che abbia un impatto positivo sul mondo.
Riconosco alle persone il valore del loro lavoro.
Faccio scelte etiche.
Guardo al benessere del territorio e della comunità.
Faccio delle scelte che possano essere d’esempio per gli altri.
Opero sempre con sincerità e trasparenza.
Mi piace uno stile di leadership che sia al servizio degli altri.
Tengo sempre a mente le parole di Yoda: “Fare o non fare. Non c’è provare”.
Evito di leggere liste troppo lunghe :)
Alla fine, secondo la nostra esperienza, la cosa più importante rimane essere autentici e fedeli a se stessi, sia come persone che come brand. Le persone risuonano con l’autenticità: forse alla fine l’unico segreto è il più semplice di tutti.
Quale altro punto è fondamentale per voi?
Consigli, letture e reference “a tema 100”:
LIBRI
I migliori 100 libri del XXI secolo secondo il NY TimesMUSICA
I 100 migliori album di tutti i tempi per Rolling StoneDESIGN
Le 100 (+1) regole di Brian CollinsSERIE TV
I migliori 100 TV show di sempre (in lingua inglese) per VarietyONE MORE THING
I centenari di Okinawa su National Geographic