Deinfluencing: fuori dal caos
Negli ultimi anni, l’evoluzione del digital marketing ha cambiato profondamente il rapporto tra brand e consumatori e questo principalmente per l’emergere dell’influencer marketing e per il ruolo che gli influencer stessi hanno assunto per i consumatori, diventando uno dei principali driver di acquisto. Il valore del mercato degli influencer è già enorme oggi (30 miliardi di dollari) e, secondo Statista, arriverà a toccare i 50 miliardi entro il 2028.
Di recente, però, sui social network è emerso un trend noto come “deinfluencing”, una risposta al fatto che tanti influencer non sono più considerati affidabili, dato che spesso sono pagati per promuovere i prodotti di cui parlano e non raccontano esperienze genuine. Attraverso il deinfluencing, i creator dicono ai propri follower cosa non dovrebbero comprare. Le ragioni per cui un prodotto potrebbe essere “deinfluenzato” sono numerose: costi eccessivi, bassa qualità, dubbia eticità del processo di produzione, oppure il suo impatto ambientale.
È così che i consumatori iniziano a riflettere sui loro reali bisogni prima, durante e soprattutto dopo lo shopping, realizzando che solo una parte degli oggetti acquistati era realmente utile per loro.
Quali sono dunque gli Switch che i brand dovrebbero tenere a mente quando veicolano messaggi per i propri clienti attraverso gli influencer?
1. SIATE PIÙ TRASPARENTI!
Oggi i consumatori pretendono trasparenza e autenticità e sono sempre più scettici riguardo a sponsorizzazioni e influencer, poiché non forniscono opinioni autentiche. Non è più sufficiente pagare un creator per promuovere un prodotto, serve anche che sia allineato con i valori del brand. Ed è anche necessario che le aziende si assicurino che le informazioni che condividono siano oneste e reali.
2. SCEGLIETE BENE CON CHI COLLABORARE!
I brand devono ripensare le loro collaborazioni: micro-influencer e nano-influencer, che hanno fanbase più piccole sono (è dimostrato da più ricerche) percepiti come più autentici. Inoltre, questi potrebbero rappresentare l’opportunità per i brand di creare community di consumatori che condividono i loro stessi valori in modo spontaneo e trasparente.
3. COMUNICARE PER DIFFERENZIARSI
Il deinfluencing usa toni critici nei confronti del fast fashion e di chi sponsorizza i brand di questa categoria, soprattutto per la scarsa eticità e sostenibilità dei prodotti. I brand dovrebbero quindi cercare di prendere le distanze dal fast fashion, prendendo in considerazione la possibilità di adottare una comunicazione che “educhi” i consumatori sugli impatti positivi del proprio lavoro.
4. NON TUTTI I NUOVI CANALI DI VENDITA SONO EFFICACI
Spesso capita che i prodotti sponsorizzati dagli influencer siano collegati a pagine di acquisto direttamente all’interno dei social media, i cosiddetti Social Media Marketplaces, presenti sia su Instagram che su TikTok. Ma la diffusione di questo canale di vendita è ancora molto limitata, soprattutto in Europa, specialmente per certe categorie di prodotto, come i vestiti e i generi alimentari. I brand hanno quindi il dovere di scegliere con attenzione i canali di vendita più idonei per i loro business, così che siano allineati con i target che intendono raggiungere .
5. SIATE PIÙ RESPONSABILI NEI CONFRONTI DEI VOSTRI CLIENTI
L’emergere del deinfluencing ha creato nuove sfide per i brand, che devono ora tenere in considerazione anche quel gruppo di consumatori più consapevole e critico verso il consumismo sfrenato. Questo, per i brand, potrebbe tradursi in maggiore attenzione nel comunicare le vere necessità che sono soddisfatte dai loro prodotti. Per i brand si presenta quindi l’opportunità di posizionarsi nel campo del consumo responsabile, magari andando a promuovere meno prodotti ma prestando più attenzione a fattori come sostenibilità e durabilità.
Nel caos di oggi, bombardati da influencer veri o presunti tali, il deinfluencing è stato in grado di indicare una strada nuova per uscire dal caos e conquistare nuovamente il consumatore.
E anche se rimane sempre meglio parlare di chi si è, rispetto a definirsi per negazione, in un contesto in cui si è sempre più scettici ed è difficile credere a ciò che si ascolta, forse questa regola non è più scolpita nel marmo. E così, la negazione stessa può trasformarsi in autenticità e fiducia.